La Parola è diventata Vita
Dopo aver frequentato assiduamente il "Laboratorio di Preghiera e Vita", posso dire di essere riuscita a familiarizzare con la Parola. Nel mio passato avevo frequentato un gruppo che mi aveva fatto deviare dalla corretta interpretazione della Scrittura. Ho sempre avuto il desiderio di entrare in una relazione più profonda con essa, ma in quel periodo la mia sete spirituale, male indirizzata, mi stava facendo precipitare letteralmente in un abisso, al punto che avevo perfino paura a pronunciare le sole parole "Spirito Santo" e "Comunità". L'esperienza del Laboratorio mi ha finalmente liberato da questa difficoltà e ora posso di nuovo invocarlo anche se è ancora lontana la meta di una perfetta intimità. Sento adesso che la Parola mi trasmette vita e, cercando di imitare Maria nell'ascolto, ho imparato a meditarla nel mio cuore e mi piace anche citarla nelle conversazioni che ho durante la giornata, anche quando parlo con qualcuno al telefono. Proprio come la Samaritana al pozzo, sento il bisogno di attingere continuamente a questa fonte inesauribile e il desiderio scaturisce dalla percezione di una relazione più intima e personale con la Trinità. Solo ora posso dire di conoscere il Padre, anche se nel passato, esattamente cinque anni fa, ne avevo già fatto esperienza nel corso di una mia malattia: portando allora la mia Croce come Gesù e abbandonandomi a Lui con fiducia. Ma, una volta guarita, non riuscivo più a sentire in me la Sua Presenza. Ora so che abbiamo tutti un Padre buono che ci ama indipendentemente dalla condizione in cui ci troviamo, un Padre che si preoccupa e provvede sempre alle necessità di ogni sua creatura, non ci abbandona mai e ci aspetta sempre a braccia aperte, come nel caso del "figliol prodigo", pronto a riversare ogni Sua Misericordia nei nostri cuori. Sopratutto durante le sessioni ho sperimentato di essere per Lui una figlia amata con tanta tenerezza. Durante la settimana cercavo di mettere spesso in pratica quello che la Parola mi proponeva come obiettivo anche se non sempre ci riuscivo. Dopo aver attraversato un lungo tempo di aridità, proprio come Abramo in cerca della terra perduta, si è risvegliato in me il desiderio dell'annuncio. Sento che Gesù vuole inviarmi come apostolo del Suo Amore. Sono diventata sua amica e discepola ma occorre che io rimanga in Lui come il tralcio nella Vite, perché altrimenti non potrei fare nulla. E' il momento di lasciare le reti e di seguirlo. Cercherò di essere paziente, umile e povera come Lui. Prima di iniziare questo Laboratorio, sentivo in me come un blocco interiore e non riuscivo a mettermi in una relazione intima col mio Signore. Adesso, anche mentalmente gli parlo fin dal mattino e gli chiedo che mi doni occhi, orecchie e cuore come quelli suoi e la preghiera scritta è diventata per me come "fonte di acqua viva" che sgorga impetuosa dal mio cuore.
Giuseppa Patanè
Monastero Benedettino "Dusmet" - Nicolosi (Ct)
Deserto 11 giugno 2018
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