domenica 19 marzo 2017

Nel mistero della gioia...


domenica, 19 marzo 2017

Oggi festa di S. Giuseppe, mentre a “muntagna” (l’Etna) emette due boati, sono venuta a parlare con Te, Abbà... Vorrei capire perché, di solito, dopo aver parlato tanto e bene con Te, dopo aver capito cosa vuoi dirmi, faccio di tutto per allontanarmi...
Sono venuta a cercarti, sospinta dallo Spirito Santo, nella natura ed ho incontrato, lungo il cammino, tra le edicole del Santo Rosario, quelle dei “Misteri della Gioia”. Dopo quella che raffigura la visita a S. Elisabetta, ecco la nascita di Gesù!...
Mi sono seduta su una panca un po’ "vecchiotta", proprio come il mio "stare con Te” che è altrettanto povero, traballante ed insicuro, ma alzando lo sguardo ho scorto, proprio davanti a me, un inatteso albero di mimose, bellissimo, rigoglioso e in piena fioriruta. Attraverso questo "segno", Signore, sembri dirmi: " Oh donna, anche tu sei come una delle mie piante ricche di fiori e oggi voglio ricordarti - così come una volta ebbe a ripetere anche padre Ignacio Larrañaga - che ciò che l'albero ha di fiorito ha vita da ciò che è sepolto". 
Così, ancora una volta, mi consoli, mi coccoli, mi ricordi e mi fai rivivere la Gioia...
Cominci col farmi notare che non sono più una bambina ma che non per questo cessi di proteggermi così come quest’albero è protetto dall'assalto degli animali per mezzo di una rete metallica che mani amorose hanno posto a protezione. Sono anche io una delle tue creature, proprio come questi fiori di uno splendido colore giallo vivo attraversati sullo sfondo dalle striature bianche di serene nuvole sospinte da una brezza leggera, che sembrano alludere, in qualche modo, alla purezza dello Spirito Santo. E' la tua Presenza che mi sta dando la grazia di dialogare....
Mi distolgono in alcuni momenti altri sordi boati del vulcano, sirene distanti, voci e piccole grida di ragazzi... Mi turbano un po' poiché li percepisco come segni di pericolo, ma ancora una volta quella brezza leggera mi riporta a Te, invitandomi ad allontanare le paure e ricordandomi che, proprio come ci consiglia padre Ignacio, "...a volte non basta accogliere ma è utile attendere con speranza ed in pace".
Anche il Vangelo di oggi, l'incontro con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, la tua Verità per me in questo santo giorno, mi conferma quanto hai voluto dirmi finora parlando al mio cuore.  Considero infatti quanto hai atteso quella donna peccatrice per poi portarla a Te attraverso l’acqua dell’Amore. E questo è per me un grande insegnamento da seguire. Volgo ancora lo sguardo al terreno sotto l’albero e penso che occorre zappare tanto e tanto seminare insieme ai fratelli e alle sorelle prima di poter raccogliere i fiori ed i frutti...
Adesso arrivano alle mie orecchie altri boati ma sono per festeggiare S. Giuseppe (anche se "liturgicamente" oggi non è ancora tempo di "celebrazione"), un esempio, così "paterno" quanto "materno", di autentico Padre tenero in terra, un genitore umile e paziente, un uomo giusto (Matteo1,19) che fa oblazione di sé per amore del proprio figlio Gesù (Efesini 3, 15).
Egli fu infatti il suo "sostegno" per superare la fase precaria dell’adolescenza: e dunque un esempio di paternità vigile ed affettuosa che non pretende di "soffocare" i propri figli, ma che testimonia al contrario, nel processo educativo, un equilibrio delicato, esemplare, lungimirante e coraggioso. Era soprattutto un lavoratore e la sua figura mi ricorda quella di mio nonno Enrico, un povero ebanista termolese, che come il Santo lavorava il legno e lo faceva a servizio della Chiesa, cooperando obbediente alla volontà di Dio, come quando furono ritrovati i resti di S. Timoteo, durante la guerra, e lui scolpì in poco tempo una semplice teca in cui ancora si conserva la sacra reliquia.
Ora osservo il terreno sotto i miei piedi e mi sembra addirittura di appartenere proprio a quel popolo di formiche, ognuna col suo ruolo che, chissà perché, sono solita invece calpestare con terrore se le scorgo nella mia cucina... Penso che, anche io, come loro, faccio parte di un popolo, il popolo della Chiesa. Sembriamo tanti, ma in realtà siamo davvero pochi in un mondo in cui sembra prevalere solo la violenza, quella mia stessa violenza nei confronti di così piccole creature...
Mi rimetto in ascolto del tuo Silenzio… Che pace Abbà, con Te, nella tua natura e nella meditazione!... Ritorno così al mio primo incontro con Te stamattina, a quei "Misteri della Gioia" e li accolgo adesso come un invito a ricordarmi anche, della donna che mi ha generato sulla Terra.
Sei sempre Tu, mio Amore, presente anche nei piccoli gesti "quotidiani". Così oggi Ti incontrerò ancora dopo aver visitato mia mamma che vive da sola, aver pranzato con lei insieme a mio marito. Così di nuovo rinascerai in me, Gesù. Lo credo e in Pace vado…

Adelina Fidelbo
Nicolosi (Ct) - Monastero Benedettino "Dusmet"


Tempo forte (deserto) - 19 marzo 2017

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